venerdì 19 febbraio 2010

Nessun colpevole

Telefono muto
Carte alla rinfusa
Computer spento
Bambini che cercano la mamma che non c’è
Bambina con le bambole
Domeniche di disperazione terse
Lavatrici instancabili fanno continue centrifughe
Gira la testa e dentro un mandarino
Hai lasciato tutti e nessuno lo sa
perché tu lo hai tenuto nascosto.
Quando il tuo uomo torna a casa spegnere tutte le luci e chiudere la bocca.
Camminare in punta di piedi. In punta di piedi,
furtivamente scrivere due righe e fare una telefonata.
Bere un bicchiere d’acqua, le mani che sudano, bagnata,
un’altra sigaretta e la dottoressa sempre impettita che non vuol sentir ragioni.
Farmaci mai. Confusione nei cassetti,
negli armadi, sui tavoli, dentro il frigorifero,
le prese elettriche saltano, le lampadine scoppiano.
Quattro rose bianche sul balcone cresciute in dicembre.
Ormai tutti ti hanno detto quello che pensano,
il tuo amico gay, tua madre, gli addetti ai lavori e il tuo uomo.
Agli altri ci hai pensato tu.
Una morte senza cadavere, quindi, nessun colpevole.

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