lunedì 31 maggio 2010

Emily Dickinson is dead

Noi siamo le vecchie e possiamo fare qualunque cosa, siamo già state giovani e lo siamo ancora. Abbiamo letto libri meravigliosi, conosciuto registi di teatro come non ce ne sono più. Abbiamo imparato le arti e vediamo il mondo con un altro occhio, ci è venuta la furberia e sappiamo non prenderci troppo sul serio. Siamo molto cattive, non lasciatevi ingannare, di tutto abbiamo voglia tranne che di farvi da madre. Imparate dalla vita, imparate dai piedi e cominciate a camminare.

giovedì 20 maggio 2010

Benvenuti


L'ascensore rosso è una di quelle cose che terrorizza. Eppure ne siamo affascinati. Ricordo che molto tempo fa parecchia gente mi sconsigliò di guardare il film "L'esorcista" e quindi lo temevo, ma ero terribilmente affascinata all'idea di guardarlo e così una sera lo guardai. Subito rimasi attratta da quell'inizio piacevole e rassicurante, la madre, la bambina, ma dentro di me una voce diceva: "C'è qualcosa che non va", diceva di stare in allerta e di non fidarmi. Più il film procedeva e più quella sensazione aumentava in modo tale che quando finalmente i segni terrorifici divennero evidenti fu per me quasi una liberazione; ma allo stesso tempo morivo di paura, ero completamente invasa dalla paura, al punto da non riuscire a muovermi. Mi dicevo che era un film e che avrei potuto spegnere la televisione in qualunque momento e tutto sarebbe finito, ma non ci riuscivo, regnava in me la trasformazione verso l'universo del terrore, un universo magnetico e inesorabile. Il bene e il male, il terrore e il suo fascino, la paura e l'immobilità come unica arma di difesa. "Se non respiro, forse le forze del male non mi sentono", "Se resto immobile divento invisibile" "Se divento una roccia nessuno mi può scalfire". L'essere umano è strano e misterioso e a volte fa cose insensate. E' del tutto trascurabile il fatto che dopo aver visto tutto il film non riuscii a dormire per una settimana, il punto focale della vicenda sta nell'immobilità. Ricordo che finito il film trovai la forza di spegnere il televisore, ma non quella di alzarmi ed andare a dormire, aspettai l'alba nella stessa posizione in cui avevo guardato verso lo schermo, ascoltai l'abbaiare dei cani del vicino, guardai passare mia sorella che appena sveglia andava verso il bagno ed attesi così la vita che riprendeva lenta il suo corso.

giovedì 13 maggio 2010


SCONTRINI

"Scontrini" è una raccolta di testi che parlano di donne comuni. Ogni scontrino è un pagamento fatto in questa lurida vita. Ogni pegno pagato ha lasciato un segno, una prova, uno scontrino appunto con tanto di somma pagata e data del pagamento. A volte il prezzo è stato così alto che gli zeri sconfinano fuori e non vedi più la cifra, altre volte la cifra è ridicola come nel caso di Sonia che ... ma è meglio lasciar perdere ... in fondo se lo meritava quella cicciona maledetta.

giovedì 6 maggio 2010

MODIFICHE


Si dice che per cambiare qualcosa bisogna prima riprogrammare. Il nostro cervello è si sede di logica e di intelligenza, ma purtroppo è anche un pò stupido. Crede a cose che non sono vere, le ha registrate tanti anni fa e non distingue tra realtà e finzione, per lui è tutto uguale, è la stessa cosa. Quindi se in un periodo brutto della tua vita hai fatto cattivi pensieri non sperare che siano volati nell'aria come se niente fosse, loro sono ancora lì, e se anche ormai non ci pensi loro lavorano e lavorano contro di te. Nella testa come su una scrivania regna ogni giorno di più il disordine. Non accade come nei film che un giorno tutto cambia, l'unico modo è rimettere in ordine giorno dopo giorno la scrivania. Fare pulizia, buttare via gli scontrini ingialliti e pieni di polvere che tenevi chissà perché, strappare le brochure di una mostra che hai visto sei anni fa a Venezia in un giorno di pioggia in cui sapevi benissimo che lui ti tradiva, rompere a calci la macchina fotografica che non funziona ma che tu tieni perché un giorno non si sa mai.
E alla fine spolverare tutto, impilare, dare spazio alle cose più utili e più belle. Ridare dignità ai progetti che nascondevi nelle cartelle vecchie.
Fare elenchi, dare priorità, rivalutare i campi.
Esporre le foto vere quelle vissute magari con qualche dolore o con la faccia stanca.
Meritarsi qualche soldo magari e ripetere che si è fatto bene.
Guardare indietro e vedere quante cose si sono fatte, tenere quelle venute bene, imparare da quelle venute male, andare avanti evitando gli scocciatori e chi ci fa stare male perché con gli anni si impara che se si sta male non è sempre colpa nostra ma spesso è di chi ci butta addosso il suo male. Respirare, correre, dare baci ai bambini, curare piantine e smetterla una volta per tutte di prendersi a calci.

mercoledì 5 maggio 2010

Semplice



Mia sorella me lo dice sempre: "devi essere più semplice, come quando mi racconti le cose assurde che ti succedono che mi fanno ridere".
Allora io mi siedo davanti al computer e nel mio cervello si crea una bolla di Plutonio con uno stato gassoso al centro e delle frasi che escono stile scrittore russo dei primi dell'ottocento misto a filosofia di Wittgenstein e con delle interferenze tipo "commercialista, peli sulle gambe, fetta di torta, sigaretta".