Pare che la posizione eretta, faticosamente conquistata in millenni di evoluzione, non esista quasi più. O per lo meno non esista quasi più per il genere femminile. Le donne sono diventate acrobate, matte, prive di struttura scheletrica (quindi molluschi), spesso aspettano qualcosa sdraiate a pancia in giù oppure hanno delle visioni. Forse vedono la Madonna, cioè il modello ideale della donna perfetta e santa riproduttrice del dio-uomo. Che cosa fanno tutte queste donne accasciate al suolo? Perché fanno fatica a restare in piedi? E perché sono tutte slogate?
sabato 27 febbraio 2010
venerdì 26 febbraio 2010
giovedì 25 febbraio 2010
ORDINE DEL CAOS
Credo che la continua tensione/tentazione a mettere in ordine sia data dal desiderio inconscio
di ricominciare da capo. Si ricomincia da capo solo quando si è riusciti a distruggere tutto ciò che
si è costruito, oppure quando tutto è, per l'appunto, in ordine pronto per essere sporcato, confuso, disordinato di nuovo. Una stanza o una casa dove domina il caos è come un cervello che salta da tutte le parti, ogni oggetto rimanda ad una collocazione, un uso, un ricordo, ogni macchia libera l'anima nel momento in cui viene tolta, ogni letto sfatto lascia intuire come è passata la notte ... e così via. Il materiale in esubero si accumula in angoli remoti e ogni cosa che ritrova il suo spazio prima o poi verrà rilanciata nel caos. Ci illudiamo di vivere in strutture ordinate, mentre l'universo si regge sulla legge del caos e cerca in ogni modo di lasciarci intravvedere le fessure del sistema. "Là dentro sta infuriando una strega" dice il bambino del castello di Howl mentre Sofie fa le pulizie in casa. Le streghe fanno le pulizie, ma mentre le fanno smuovono tempeste perché non c'è altro modo, bisogna per forza radere al suolo se si vuole ricostruire e mettere veramente in ordine.
venerdì 19 febbraio 2010
salve a tutti
sono vittoria weil
e sono in partenza
ho scelto di recitare in teatro perché quasi tutti recitano fuori
vi lascio da leggere il mio quaderno di teatro
dentro ci sono tante cose
come dovrebbero esserci tante cose dentro ad uno spettacolo
invece spesso dentro agli spettacoli non c’è niente, ci sono solo attrici e attori che vogliono recitare bene.
sono vittoria weil
e sono in partenza
ho scelto di recitare in teatro perché quasi tutti recitano fuori
vi lascio da leggere il mio quaderno di teatro
dentro ci sono tante cose
come dovrebbero esserci tante cose dentro ad uno spettacolo
invece spesso dentro agli spettacoli non c’è niente, ci sono solo attrici e attori che vogliono recitare bene.
Nessun colpevole
Telefono muto
Carte alla rinfusa
Computer spento
Bambini che cercano la mamma che non c’è
Bambina con le bambole
Domeniche di disperazione terse
Lavatrici instancabili fanno continue centrifughe
Gira la testa e dentro un mandarino
Hai lasciato tutti e nessuno lo sa
perché tu lo hai tenuto nascosto.
Quando il tuo uomo torna a casa spegnere tutte le luci e chiudere la bocca.
Camminare in punta di piedi. In punta di piedi,
furtivamente scrivere due righe e fare una telefonata.
Bere un bicchiere d’acqua, le mani che sudano, bagnata,
un’altra sigaretta e la dottoressa sempre impettita che non vuol sentir ragioni.
Farmaci mai. Confusione nei cassetti,
negli armadi, sui tavoli, dentro il frigorifero,
le prese elettriche saltano, le lampadine scoppiano.
Quattro rose bianche sul balcone cresciute in dicembre.
Ormai tutti ti hanno detto quello che pensano,
il tuo amico gay, tua madre, gli addetti ai lavori e il tuo uomo.
Agli altri ci hai pensato tu.
Una morte senza cadavere, quindi, nessun colpevole.
Carte alla rinfusa
Computer spento
Bambini che cercano la mamma che non c’è
Bambina con le bambole
Domeniche di disperazione terse
Lavatrici instancabili fanno continue centrifughe
Gira la testa e dentro un mandarino
Hai lasciato tutti e nessuno lo sa
perché tu lo hai tenuto nascosto.
Quando il tuo uomo torna a casa spegnere tutte le luci e chiudere la bocca.
Camminare in punta di piedi. In punta di piedi,
furtivamente scrivere due righe e fare una telefonata.
Bere un bicchiere d’acqua, le mani che sudano, bagnata,
un’altra sigaretta e la dottoressa sempre impettita che non vuol sentir ragioni.
Farmaci mai. Confusione nei cassetti,
negli armadi, sui tavoli, dentro il frigorifero,
le prese elettriche saltano, le lampadine scoppiano.
Quattro rose bianche sul balcone cresciute in dicembre.
Ormai tutti ti hanno detto quello che pensano,
il tuo amico gay, tua madre, gli addetti ai lavori e il tuo uomo.
Agli altri ci hai pensato tu.
Una morte senza cadavere, quindi, nessun colpevole.
Confine
Se passi la linea sei morto.
Questa linea sulla sabbia tirata con un osso.
Se la passi ti ammazzo.
Quando avrete finito di chiamarmi per ogni sciocchezza,
finito la spensieratezza, finito le discussioni inutili, finito i lamenti,
finito le scale su e giù, finito le dimostrazioni, finito di cercare di capire
allora cadetemi pure ai piedi,
allora vedrò.
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