domenica 20 giugno 2010

Non è un problema mio

NON E' UN PROBLEMA MIO


Oggi pomeriggio, oltre ad essere domenica, era una giornata piovosa e pigra. Io e i miei bambini inventavamo cose da fare per passare il tempo in casa perché di uscire non ci passava nemmeno dall'anticamera del cervello. Ad un certo punto all'improvviso qualcuno ha suonato al citofono. Ma chi è, ma chi sarà, si chiedono i miei innocenti figli. Alzo la cornetta e chiedo "chi è?" e dall'altra parte un odioso e arrabbiato uomo non definito mi risponde "c'è l'ascensore fermo al quinto piano, deve chiudere" ... Come un lampo in un cielo grigino ma tranquillo, subito mi sale su un infanzia di soprusi, di colpe, di accuse per cose che non ho commesso, di ingiustizia e di non sopportazione. "Mi scusi, ma lei chi è? Io oggi non l'ho neanche usato l'ascensore", ma il mostro insiste "Io devo salire, l'ascensore è fermo al quinto piano e lei abita al quinto piano, lo vada a chiudere". Io gli ho chiuso il citofono in faccia, sono andata al mio lettore cd, ho messo una bella musica di Telonius Monk e intanto tremavo. Tremavo perché avrei dovuto dirgli che era un maleducato e che non erano un problema mio i maleducati prepotenti ma era un problema delle loro madri, dei loro padri, delle loro frustazioni o della società, ma non mio, così come non lo sono gli stupidi, i matti generici, i violenti e tutti quelli che non perdono occasione per sfogare sugli altri le loro vite grette e meschine.

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